Volume Due
Il Volume Due raccoglie sia la lettera indirizzata Agli elettori del 1° collegio di Cagliari (1848) sia le opere intitolate Specifici contro il codinismo a 24 centesimi (1849) e Del diritto dell’uomo alla distruzione dei cattivi governi (1851).
Eletto deputato nel 1848, Giovanni Battista Tuveri decise di non accettare l’incarico parlamentare a causa di ristrettezze economiche e di spedire una lettera di dimissioni alla Camera Subalpina rivolta Agli elettori del 1° Collegio di Cagliari, la quale venne letta in Parlamento.
Tornato in Sardegna si dedicò alla professione giornalistica, scrivendo alcuni opuscoli denominati Specifici di Giovanni Battista Tuveri contro il Codinismo a 24 centesimi. I quattro testi, pubblicati mensilmente tra il luglio e l’ottobre del 1849, si scagliavano sia contro Alberto Della Marmora, commissario straordinario della Sardegna, sia contro l’Indicatore sardo, giornale diretto dai fratelli Antonio e Michele Martini. I vari libelli ebbero un’ampia diffusione nell’isola.
Durante il 1850 Tuveri iniziò a collaborare con La Gazzetta Popolare, quotidiano di ideologie democratico-repubblicane, nel quale continuò a supportare le proprie idee federaliste e autonomiste. Gran parte della produzione giornalistica di questo periodo confluì nel Trattato teologico-filosofico Del Diritto dell’uomo alla distruzione dei cattivi governi, pubblicato nel 1851.
L’opera prendeva in esame sia questioni politiche sia argomenti di dottrina teologica. Il trattato si fondava sulla tematica della tutela della sovranità popolare, la quale avrebbe dovuto opporsi all’autoritarismo della monarchia. Tuveri illustrava la teoria secondo la quale il popolo avrebbe dovuto prendere coscienza della propria rilevanza all’interno dell’istituzione statale.
Era infatti convinto del ruolo svolto dalla classe politica dirigente, la quale doveva difendere le libertà sociali che, qualora fossero state limitate da governi assolutistici, avrebbero dovuto essere riconquistate dal popolo servendosi della rivoluzione. L’autore suggeriva agli intellettuali di guidare e di istruire la popolazione, in quanto una società conscia dei propri diritti non avrebbe permesso l’istaurazione di un governo assolutistico. A causa dei complessi temi trattati, l’opera non ebbe il successo auspicato dall’autore.